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Partenza:
Verceia
Arrivo:
Colico
Distanza:
12,4 Km
Si prosegue lungo la “ciclabile della Val Chiavenna” fino a piegare verso destra in via Casello Sette. Si percorre la via fino al paese di Dubino dove termina il tratto “protetto” ciclo-pedonale.
Alla fine di via Casello Sette (che anche percorsa dalle auto: porre attenzione!) si svolta a sinistra in via Regina e si attraversano i binari del treno nei pressi passaggio a livello. Dopo pochi metri si arriva ad una rotonda dove si volta a destra in Via Spluga. Qui il passaggio pedonale è largo e ben protetto. Dopo un centinaio di metri si svolta a sinistra in Via don Guanella che si percorre fino ad incontrare Via Vanoni. Si percorre Via Vanoni interamente fino all’incrocio con Via Terre che si imbocca svoltando a destra. Dopo circa 150 metri si svolta a sinistra in Via Tenente Ambrosini Abele Medaglia d’Oro. Si percorre questa via per circa 100 metri fino a quando piega verso sinistra. Proprio in quel punto di fronte a noi vediamo, tra due case, una stradina di campagna che prosegue diritto fino al fiume Adda (circa 400 metri). Si percorre questa strada di campagna fino al fiume dove si svolta a destra percorrendo il sentiero tracciato sulla parte alta dell’argine. Camminando sull’argine state attenti essendo un sentiero abbastanza stretto (ma, per raggiungere il ponte sull’Adda, ha il vantaggio di essere un breve percorso al riparo del traffico automobilistico della SS36). Dopo altri 400 metri circa il sentiero termina subito prima del ponte sull’Adda della SS36 nei pressi di Colico. Dopo aver attraversato il ponte (stando sul lato sinistro da dove si è giunti dal viottolo sull’argine) su un marciapiede protetto da barriera si trova subito sulla sinistra una piccola discesa che porta sul ben visibile “Sentiero Valtellina” che corre lungo l’argine del fiume: qui si svolta a sinistra andando verso Colico passando sotto il ponte sull’Adda appena attraversato. Questo percorso, seppure più lungo costeggiando l’Adda, è indicato in quanto in un ambiente naturale molto bello ed evita pericolosi attraversamenti delle statali. Arrivati a Colico (un cartello indica la fine della ciclopedonale) l’offerta ricettiva è molto ampia.
In Via Casello Sette a Dubino, 350 metri prima dell’incrocio con via Regina , si può svoltare a destra nella riserva naturale “Pian di Spagna – Lago di Novate Mezzola”: la variante è indicata dal cartello del cammino e da diversa segnaletica della riserva. Si imbocca perciò una strada “bianca” che si inoltra nella riserva. Dopo circa 400 metri la strada piega a sinistra (seguite i segnali adesivi del cammino che frequentemente troverete lungo la variante e le indicazioni verso Colico) e la si percorre interamente (si chiama via Baletrone ). Al termine si incrocia la SP4 (svoltiamo a destra imboccando la ciclopedonale) che diventa poi Via Regina. La percorriamo fino alla località Fabbrichetta. Giunti alla località troviamo una rotatoria che attraversiamo ed entriamo in Via Fabbrichetta. Si percorre un tratto e poi si svolta a destra in via dell’Alberone. Dopo circa 50 metri (ad un bivio) si tiene la sinistra verso località Stallone Venini. Da qui si prosegue sulla strada bianca principale in direzione dell’Adda. Dopo circa 1km si incrocia la strada (giriamo quindi a sinistra) che porta al ponte sull’Adda verso Cascina Borgofrancone. Poco prima della cascina al bivio si piega a destra e poco dopo a sinistra per costeggiare l’argine dell’Adda fino a raggiungere la statale (SS36) nei pressi del ponte sull’Adda. A questo punto non resta che attraversale la statale (attenzione c’è molto traffico e bisogna prestare molta attenzione: non c’è un semaforo per garantire l’attraversamento ) e percorrere il ponte sul lato sinistro protetto da marciapiede. Da qui in avanti si riprendono le indicazioni del percorso principale per Colico e poi Piantedo.
Foresteria Villa Margherita
via Campera 3a, 23823 Colico (Lc)
Tel: (0)341 941390
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B&B Casa del Viandante
Via Biasset, 6 Colico (LC)
2 camere (totale 6 persone)
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B&B da-di
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2 camere, 4-5 persone (totale 9 persone)
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B&B Belvedere
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Corte del Lago
Via Fontanedo, 37 Colico (LC)
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B&B Villa Sulmona
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B&B Abbazia di Piona
Località Olgiasca
Colico (LC)
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Bar Spavioli e Ristorante
Ponte del Passo 8/a (Lc)
Tel: 0344 84127
Infopoint
Via Pontile, 7
tutti i giorni dalle 9,00 alle 13,00 e dalle 14,00 alle 17,30
Dubino sorge nel punto dove la Valtellina incontra la Valchiavenna, ai piedi della ridente e solatia sponda retica valtellinese. Il confine meridionale è costituito dal fiume Adda. Dopo la caduta dell’Impero Romano, nell’alto medioevo (VIII secolo) Dubino fu, come Ardenno, Morbegno, Talamona, Delebio e Samolaco, una curtis longobarda, cioè un territorio che, espropriati i latifondisti romani e in parte anche le comunità di villaggio, apparteneva direttamente al fisco regio. Intorno al IX secolo il borgo di Dubino apparteneva al monastero di Sant’ Ambrogio di Milano. Nell’anno Mille l’attuale frazione di Nuova Olonio, che fino al 1928 faceva parte del comune di Delebio, era un importante centro strategico posto sulle vie di comunicazione tra la Valtellina e la Valchiavenna, e porto fluviale collegato al lago Mezzola, che terminò per le continue piene dell’Adda. La completa bonifica della pianura si ebbe solo nei primi anni del XIX secolo quando nella zona di Nuova Olonio il Beato Luigi Guanella avviò una comunità assistita con i suoi religiosi.
PUNTI DI INTERESSE
– Monastero di Dubino: l’edificio religioso fu eretto a partire dal 1698. Si presenta con una sola navata e con due cappelle laterali. Interessante la vasca battesimale in marmo nero.
– S. Salvatore a Nuova Olonio: meno antica, ma importante testimonianza del secolo passato, è la chiesa di S. Salvatore a Nuova Olonio, costruita nel 1903 in stile romanico. Interessante al suo interno il ciclo di affreschi dedicato alla vita ed alle opere del Beato Don Luigi Guanella, fondatore dell’attigua Casa della Madonna del lavoro.
– Madonna della Cintura: la chiesa si trova in frazione Mezzomanico di Dubino. E’ dedicata alla Madonna della Cintura e fu probabilmente edificata nel corso del XVII secolo. Si raggiunge con una bella scalinata di 185 gradini.
– Chiesa dei Santi Pietro e Andrea: fu costruita nel 1675, nello stesso luogo su cui sorgeva un’antica chiesa della cui esistenza riferiscono alcuni documenti del XII secolo.
COSA FARE
Dubino è il nucleo più antico di un borgo pittoresco e conserva ancora vecchie case con ballatoi di legno ed i forni per la cottura del pane. Si possono ammirare le belle architetture rurali e gli edifici sacri, e visitare anche la “calchera”, grande cava di calcare locale.
Si può inoltre raggiungere San Giuliano, antichissima località situata in una posizione veramente interessante sotto ogni punto di vista.
Nel territorio comunale rientra lo splendido terrazzo panoramico dell’alpe Piazza, a cavallo fra Valtellina e Valchiavenna; poco sotto, sul medesimo versante, la fascia di prati di San Giuliano.
Gera Lario si trova all’estremità settentrionale del lago di Como, sorge sulla foce del torrente Mera e ai piedi del monte Montemezzo. Nelle vicinanze troviamo il Pian di Spagna, un’ampia zona paludosa, oggi riserva naturale protetta di Regione Lombardia. Nella zona sono state trovate tracce d’insediamenti Romani e ritrovamenti archeologici, tra cui la celebre epigrafe con l’incisione del nome “Aneuniates” (abitanti delle terre di Olonio). Su queste terre sorgeva il borgo romano di Olonium, uno dei centri più importanti dell’alto Lario, paese prospero di mercati e scambi, crocevia di strade per i passi alpini e il nord Europa.
Nella piazza di Gera Lario sorge la chiesa di Nostra Signora di Fatima, fu costruita dopo la peste del 1630 e successivamente ribattezzata Santuario dei Pescatori d’Italia. Sulla strada Regina, a pochi passi dalle acque del lago di Como, troviamo l’antica chiesa di San Vincenzo, fondata nel XI secolo sui resti di un edificio romano e ricostruita quasi totalmente nel Quattrocento.
Camminando per le strade di Gera Lario è facile incontrare delle piccole Edicole Votive, anche sulle facciate delle case più antiche sono disegnati affreschi religiosi. Il faro che troviamo all’ingresso del porticciolo turistico fu eretto nel 1957, in ricordo dell’alluvione del 8 agosto 1951, quando il torrente San Vincenzo esondò e le acque travolsero il paese causando diciassette vittime.
Se un tempo la pesca e l’allevamento del baco da seta erano le fonti principali di sostentamento, oggi Gera Lario è un paese a forte vocazione turistica, sono presenti ottime strutture ricettive: alberghi, ristoranti tipici, lidi balneari e spiagge attrezzate. Grazie alla splendida posizione e a i venti costanti, le acque di Gera Lario sono un perfetto campo per vela, windsurf o kitesurfing. Le piste ciclabili collegano in sicurezza il paese con i comuni limitrofi e non mancano le possibilità per gite ed escursioni sulle montagne circostanti.
E’ una delle località turistiche più note del Lario settentrionale. Città di fondazione romana, sorge in un’area pianeggiante originata da sedimenti detritici depositati dall’Adda, che si immette nel lago poco più a nord. Grazie alla sua posizione, all’imbocco della Valtellina e della Valchiavenna, Colico è sempre stata un facile punto di accesso da nord ai territori italiani e un importante crocevia di rotte verso meridione, in direzione di Lecco e della Pianura Padana, e verso settentrione, fino a Chiavenna, il passo dello Spluga e Sondrio. Colico è stata spesso oggetto di devastazioni e saccheggi da parte di eserciti stranieri provenienti da nord, pur mantenendosi commercialmente prospera fino al XVII secolo, quando dovette affrontare due secoli di declino a causa delle frequenti alluvioni dell’Adda, che ne resero il territorio paludoso. Furono la bonifica ottocentesca del Pian di Spagna e l’apertura delle strade dello Stelvio, dello Spluga e del Maloja verso la Svizzera a riportare il benessere. Il piccolo MUSEO DELLA CULTURA CONTADINA raccoglie oggetti d’epoca e ricostruzioni di ambienti che permettono al visitatore di immergersi nella vita del territorio fra la fine del XIX e l’inizio del XX sec. (per info: museocontadinocolico.weebly.com).
Nei dintorni di Colico, lungo la ciclovia del Sentiero Valtellina sul tracciato della prima tappa della Via Francisca, si incontrano due costruzioni risalenti a periodi molto diversi, ma progettate per lo stesso scopo: vigilare sulla zona di confluenza della Valchiavenna e della Valtellina, per evitare che eventuali eserciti invasori provenienti da nord sfruttassero questo corridoio naturale per raggiungere prima Milano e poi la Pianura Padana. Il FORTE DI MONTECCHIO NORD sorge sull’omonima collina rocciosa alle pendici settentrionali del monte Legnone e fu costruito fra il 1912 e il 1914, in reazione ai venti di guerra che annunciavano il primo conflitto mondiale. Il forte faceva parte del sistema difensivo della frontiera Nord, popolarmente conosciuto come Linea Cardorna, ed è noto per essere la fortezza della Grande Guerra meglio conservata in Europa. Non fu mai coinvolto in azioni belliche e i suoi cannoni spararono solo in due occasioni, una delle quali fu determinante per l’arresto della colonna nazifascista comandata dal capitano Fallmeyer, in fuga verso nord dopo aver consegnato Benito Mussolini e Claretta Petacci ai partigiani che li avevano fermati a Dongo (per info e visite guidate: www.fortemontecchionord.it). Poco distante, sul Colle Montecchio Est, sorgono i resti del più antico FORTE DI FUENTES, voluto nel 1603 dal Conte di Fuentes, governatore dello Stato di Milano per conto della corona di Spagna e citato anche nei Promessi Sposi. Nel Seicento e nel Settecento , il forte a pianta trapezoidale fu al centro di svariate azioni militari, vantava una potenza di fuoco di venti cannoni e poteva ospitare fino a 14 soldati. Costruito in pietra locale sfruttando le caratteristiche naturali del colle su cui sorgeva, si trovò però a fronteggiare grossi problemi di approvvigionamento idrico e la diffusione della malaria, favorita dalla presenza delle paludi sul Pian di Spagna, che garantivano l’imprendibilità del forte, ma anche condizioni piuttosto insalubri. Nel 1782 l’imperatore austriaco decise di dismetterne l’uso e venderlo all’asta. Divenuto proprietà privata, fu poi distrutto nel 1796 dalle truppe di Napoleone. Nel 1916 venne incluso fra le strutture difensive della Linea Cadorna e fu dotato di otto bocche di fuoco rivolte verso la Valchiavenna e la Valtellina. Oggi sono visibili le mura, parte degli edifici destinati ai soldati e agli ufficiali, un mulino, un forno e la chiesa dedicata a Santa Barbara (per info e visite guidate: www.fortedifuentes.it