LA STORIA

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CHI ERA SAN COLOMBANO (Leinster, Irlanda, 540  - Bobbio, 23 novembre 615).

Verso la fine del VI secolo sbarcano in Europa diversi gruppi di monaci irlandesi con un progetto: ridare al continente l’autentica fede cristiana, deviata e contaminata da guerre e invasioni; ristabilirvi «la fede cattolica… che si conserva in Irlanda pura e senza inquinamenti». Così scriverà al papa Bonifacio IV il più famoso di loro: Colombano, proveniente da Bangor, il più conosciuto e se-vero cenobio d’Irlanda. Come altri compatrioti, Colombano é attratto dall’avventura: prendere il mare, lanciarsi sul continente. Ha studiato la Bibbia e i Padri antichi, ma an-che i grandi della letteratura pagana: da Virgilio a Seneca, Orazio, Ovidio.
II re Gontrano di Borgogna lascia stabilire i monaci tra le rovine di un paese distrutto da Attila, e qui essi danno vita a quella che sarà un’abbazia famosissima, Luxeuil. Vi portano il rigore di Bangor, il rude ascetismo caro a Colombano, in profondo contrasto con quello benedettino che inizia il cammino in Europa (Benedetto é morto verso il 547 ed é vicino e amico all’uomo nelle virtù e nelle debolezze, con la sua attenzione illuminata alla persona.
Ma qui in Gallia tutto é duro e sanguigno. Gli eredi di Clodoveo si strappano terre, beni e sudditi con tutte le armi. Oggi fondano una chiesa e domani comandano un massacro. Di nemici, naturalmente. Ma qui sono nemici anche i fratelli. E persino le nonne, come la regina Brunechilde astuta e spietata per parte sua, e poi destinata a morte orribile dai suoi parenti.
A tutto questo Colombano reagisce con il comandamento del disinteresse più severo. Vieta persino ai suoi monaci di pronunciare le parole mio, tuo, e per chi sbaglia sono bastonate. Un’avversione radicale alla politica dell’avere, al modo stesso di vivere dei potenti. E questo non può rendergli tranquilla la vita. Inoltre, un dissenso sulla data della Pasqua lo mette anche in contrasto con il clero locale («Qui non siamo in Irlanda!»).
Così dovrà lasciare Luxeuil e peregrinare in Germania, in Svizzera e alla fine in Italia. A Milano lo accolgono il re longobardo Agilulfo e sua moglie Teodolinda. Ariani, non cattolici. Ma interessati a una politica di tregua, e attratti dalla figura dell’abate irlandese, dalle sue vicende in Gallia. Gli donano un terreno in riva al Trebbia, in provincia di Piacenza. E qui nasce l’abbazia di Bobbio: l’ultima fondata da lui (apostolo della fede e anche della cultura classica) per diventare centro di fede e di studio.
A Bobbio Colombano viene raggiunto da un’ambasceria del re franco Clotario II: tutto passato, tutto dimenticato, l’abate torni a Luxeuil! Ma l’austero monaco d’Irlanda rimane in Italia, nel cenobio appena nascente. Gli dedica l’ultimo anno della sua vita e vi muore la domenica del 23 novembre 61 5, e il suo corpo vi resterà per sempre.