Melegnano - Sant'Angelo Lodigiano

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TAPPA 12 - DA MELEGNANO A SANT'ANGELO LODIGIANO

Partenza:

Melegnano

Arrivo:

Sant’Angelo Lodigiano

Distanza:

23,4 Km

Dalla chiesa di San Giovanni Battista percorriamo via Conciliazione e arriviamo a piazza della Vittoria, dalla quale attraversiamo l’ingresso del castello Mediceo; percorriamo i  giardini Vitaliano Marchini all’interno delle mura fortificate e usciamo in via Giangiacomo Medici, che prendiamo a destra, per girare dopo poche decine di metri a sinistra in via  Giardino, una strada cittadina con un largo marciapiede. Dopo circa 500 m giriamo a destra in via Falcone, seguendo le indicazioni stradali per Sant’Angelo Lodigiano.  Quando si incontra via Falcone si svolta a destra e poi a sinistra, in via dei Cedri, per poi attraversare, usando un sottopassaggio che ci conduce fuori dal paese di Melegnano, lungo una pista ciclabile che corre parallela alla SP 17. La pista ciclabile porta a Cerro al Lambro, lungo via Mirandola. Alla rotonda si svolta a sinistra, in via della Repubblica, che poi diventa piazza Roma e, cambiando ancora nome, via Ercoli. Giunti al termine dell’abitato si cerca la pista ciclabile che porta al ponte sul fiume Lambro e ne costeggia un breve tratto, per poi svoltare verso San Zenone al Lambro, lungo via Isola. Si gira a sinistra, in via Garibaldi e a destra in via Milano, poi ancora a sinistra in via Fermi e ancora a destra in largo Caccia Dominioni.

Arrivati al termine della via si imbocca via De Gasperi, fino all’incrocio, dove si svolta in via Ada Negri. Prima dell’acquedotto si gira a sinistra e si prende la stradina che affianca la SP 204. Ci porta in aperta campagna (si consiglia di portare un cappellino per ripararsi da sole), fino a Santa Maria in Prato, dove si può ammirare l’antica chiesetta.
Riprendendo la provinciale 204 si costeggiano le cascine Milanino e Gallinazza, per poi svoltare a sinistra in una stradina che in seguito attraversa la SP 115.
Attraversando cascina Fornace, giriamo poi a sinistra, in SP 140. Alla rotonda, si svolta a sinistra e, attraversando un cavalcavia, si arriva a Lodi Vecchio.
Dopo essersi fermati per una sosta, utile anche per visitare la Basilica dei XII apostoli, si riprende il cammino tornando sui propri passi, fino alla SP 140, dove si gira a sinistra in direzione Sant’Angelo Lodigiano. Dopo il rimessaggio La Madonnina, si gira a sinistra e si procede fino all’azienda agricola Baronchelli, che si attraversa, continuando poi sulla medesima strada. Appena prima del fiume Lambro, si svolta a sinistra e, incontrando la SP 205, si prende a destra verso il paese di Castiraga Vidardo. Costeggiando sulla destra la chiesa parrocchiale, si prosegue tenendo sulla sinistra il campo da calcio, svoltando poi a sinistra in via Craxi ed ancora in via Falcone, che diventa, in seguito, via Marconi. Girando a destra si percorre l’ultimo tratto di via Mazzini, per poi svoltare a sinistra in via Sant’Angelo, dove si imbocca la pista ciclabile che porta, attraverso viale Zara, verso il centro di Sant’Angelo Lodigiano. Si attraversa il viale verso via Cavour fino al ponte sul Lambro meridionale e, seguendo via Battisti, si costeggia il castello visconteo fino a piazza della Libertà e si giunge allo slargo dirimpetto alla basilica dei santi Antonio Abate e Francesca Cabrini, centro del paese.

Albergo Trattoria Bar Antica Roma
Via Roma, 50
13 posti, SGL 50 €, DBL 80 €, TPL 120 €, colazione inclusa
Orari apertura ristorante: da lunedì a domenica dalle 6,30 alle 22,00 
Per informazioni e prenotazioni: cell +39 3384913964
https://ristorante-trattoria-antica-roma.business.site
email: albergo.anticaroma@gmail.com      

El Pumgranin (affittacamere)
Cascina Pollarana, SP 17
6 ospiti 3 camere da letto 5 letti 3 bagni € 35,00 a notte
per informazioni

Al Castello di Leonardo
Via C. Battisti 24  Sant’Angelo Lodigiano (LO) 26866
appartamenti ammobiliati di recente ristrutturazione e completi in ogni suo accessorio, posti in pieno centro nella città di Sant’Angelo Lodigiano disposti al piano primo di un edificio su due piani fuori terra, con vista sul castello Sforzesco Morando Bolognini, sorto nel XIII secolo
appartamento uso singola: € 65
appartamento uso doppia: € 80
appartamento uso tripla: € 95
appartamento uso quadrupla: € 110
Prima colazione presso locale convenzionato a 50mt ad un costo aggiuntivo di 5€

Per prenotazioni:
info@alcastellodileonardo.com
Alessandro +39 335 5276707  Lorenzo +39 335 5276680
www.alcastellodileonardo.com

Vari appartamenti
al costo di 50 € al giorno

da 2 fino ad un massimo di 6 persone
Richiesto preavviso di almeno una settimana
Enrico: cell. +39 3357746375

Albergo ristorante San Rocco
Via Cavour 19
32 posti, SGL 60 €, DBL 80 €,
colazione inclusa. Chiuso agosto.
tel. +39 037190729 / +39 0371210242,
www.sanroccoristhotel.it
e-mail: sanroccoristhotel@tiscali.it

Trattoria del Volt
Via Alcide De Gasperi, 14
20070 San Zenone al Lambro Mi
tel.: +39 02 987638
www.trattoriadelvolt.com

Albergo Trattoria Bar Antica Roma
Via Roma, 50
Orari apertura ristorante: da lunedì a domenica dalle 6,30 alle 22,00 
Camere singole e doppie per un massimo di 13 posti letto.
Per informazioni e prenotazioni
https://ristorante-trattoria-antica-roma.business.site
email: albergo.anticaroma@gmail.com      
Cell .: +39 3384913964

Osteria Le Gualdanacce
Cascina Gualdane
26855 Lodi Vecchio (LO)
tel.: +39 3663668380.
email: 3663668380@faberweb.it
www.legualdanacce.it 
Orari di apertura:
Venerdi 19:30 – 00:00
Sabato  e Domenica  12:30 – 00:00

Cascina San Lucio
Località San Lucio 1 – 26855 Lodi Vecchio (LO)
www.cascinasanlucio.it
info@cascinasanlucio.it
tel: +39 0371752608
Pranzo dal Martedi al Venerdi dalle 12.00 alle 14.00
Nel week end le aperture sono il Sabato sera e Domenica pranzo, la sera dalle 19,30 alle 24,00
(obbligo di prenotazione).

 B&B Cascina Canovette
(prossima apertura)

Il Pizzicotto
Viale Roma, 16, 26866 Vidardo Lo
tel.: +39 03711732829
sito web

BASILICA SS. ANTONIO ABATE E FRANCESCA CABRINI 
Via Umberto I, 9, 
Ufficio Parrocchiale : tel. 0371 90205   dal  lunedì al venerdì  dalle ore 9,00 alle ore 12,00
Sacrestia : aperta tutti i giorni dalle ore 7,00 alle ore 12,00 e dalle ore 15,00 alle ore 19,00

CASA-MUSEO SANTA FRANCESCA SAVERIO CABRINI
Via Madre Cabrini – telefono: 0371 91214 
orario di apertura: da lunedì a sabato  
dalle ore 9,30 alle 11,30 e dalle 14,30 alle 16,30
www.santacabrinicasanatale.com  email: casanatale@gmail.com 

Al confine con le provincie di Lodi e Pavia, sorge sulla sponda destra del fiume Lambro, in un’area pianeggiante ricca di corsi d’acqua che favorisce l’agricoltura. Non può essere considerata una meta turistica per mancanza di attrattive significative, unico monumento degno di nota è la chiesa dei Santi Giacomo e Cristoforo risale al XIV sec. mentre la facciata fu eretta nel 1700.

Contrariamente a quanto si potrebbe supporre consultando una cartina, San Zenone al Lambro fa parte della provincia di Milano.  La sua vicinanza al comune di Lodi può trarre in inganno, la sua appartenenza è tutta meneghina. Non è un caso infatti che sullo stemma del comune compaia il biscione visconteo: è un richiamo al prolungato periodo di dominazione viscontea sul suo territorio. Il comune ha origini agricole antiche e storicamente fa parte del territorio del lodigiano. Durante il periodo napoleonico, tra il 1809 ed il 1816, a San Zenone venne accorpata Santa Maria in Prato. Con la costituzione del Regno Lombardo-Veneto, l’unione dei due comuni venne annullata e tutto tornò come prima. Fu nel 1863 che a San Zenone si decise di aggiungere la dicitura al Lambro per distinguerlo da altre località omonime. Sette anni più tardi Santa Maria in Prato entrò a far parte del comune definitivamente. Quando nel 1992 venne costituita la provincia di Lodi San Zenone al Lambro decise di rimanere sotto la provincia di Milano. In viale Rimembranze si trova la chiesa di San Zenone. Quello che vediamo oggi è un edificio nato sulla chiesa antica risalente al X secolo e la sua costruzione fu portata a compimento nel 1705. La consacrazione venne fatta dal vescovo di Lodi Ortensio Visconti. Risalgono invece al biennio tra il 1775 ed il 1777 le decorazioni delle cappelle laterali. Ben più recenti gli affreschi del presbiterio che vennero eseguiti nel 1950. Non molto distante, in piazza Meridiana, è ubicato il centro civico dove si trovano varie associazioni e servizi utili.

La località fu attestata per la prima volta nel 1122, con il nome di Salarianum vicus. Riguardo all’origine del nome, la versione più accreditata, lo vuole derivante da “sale”, perché in questo luogo le barche che risalivano il Lambro trovavano approdo per lo scarico e per il pagamento del dazio. Nel medioevo fu dapprima feudo dei Capitanei di Salerano, poi, dal 1307 al 1685 dei Vistarini, nobile famiglia lodigiana. Successori dei Vistarini nel possesso di Salerano furono i Sommariva, che, fino al primo decennio del Novecento mantennero il titolo di Marchesi di Salerano. In età napoleonica (1809-16) al comune di Salerano furono aggregate Casaletto, Gugnano e Villa Rossa, ridivenute autonome con la costituzione del Regno Lombardo-Veneto. Nel 1863 Salerano assunse il nome ufficiale di Salerano sul Lambro, per distinguersi da Salerano Canavese.

L’attuale città di Lodi Vecchio, in età romana Laus Pompeia, si trovava a metà strada tra Milano e Piacenza, lungo l’asse stradale Aemilia. Inizialmente si trattava di un semplice accampamento fortificato, un “oppidum”; in seguito nell’89 d.C. il console romano Pompeo Strabone, le conferisce il diritto latino. Da quel momento diventa un municipium romano a tutti gli effetti. La storia di Laus Pompeia è stata particolarmente convulsa in quanto ha subito ben 2 distruzioni ad opera dei milanesi: la prima nel 1111 e la seconda, la più devastante , nel 1158. Milano infatti voleva conquistare l’importante porto sul fiume Adda per controllare i traffici commerciali sul fiume. Gli abitanti di Laus, continuamente vessati dalle incursioni dei milanesi, decidono di rivolgersi all’imperatore Federico I di Svevia, detto il Barbarossa, che li aiuterà a ricostruire la città in un luogo più sicuro. Gli scavi archeologici a Lodi Vecchio, hanno portato alla luce le tracce del passato romano della città www.lauspompeiamuseo.it Si ritiene che Laus Pompeia fosse una città di discrete dimensioni, in quanto sono stati ritrovati i resti di un teatro odeion in grado di ospitare fino a 3000 spettatori e gli impianti termali nella zona di Piazza Santa Maria, l’antico forum romano. E’ proprio qui che si trovano i resti più notevoli e in particolare i basamenti di quello che doveva essere il Tempio dedicato agli dèi Capitolini, che saranno poi utilizzati per innalzare la Basilica di Santa Maria nel IV secolo.

Fra i pochi monumenti che si sono salvati a Lodi Vecchio dalle due distruzioni, troviamo la Basilica di San Bassiano, intitolata all’epoca della sua consacrazione nel 387 d.C. ai dodici Apostoli. Una leggenda narra che i soldati milanesi, che si avvicinarono alla tomba di San Bassiano nel tentativo di profanarla, caddero a terra tramortiti. Questo fatto prodigioso ha permesso alla Basilica di essere risparmiata dalle devastazioni che erano in corso nel resto della città. La Basilica di San Bassiano di Lodi Vecchio sorge nell’antica area cimiteriale della città, adiacente alla via Burdigalense o palmaria, frequentata dai pellegrini diretti in Terrasanta. Essa rappresenta uno degli esempi più significativi di architettura medievale in Lombardia, con forme romaniche e trecentesche. La costruzione comincia nel 378 e termina del 387 con la sua consacrazione alla presenza di Sant’Ambrogio, futuro vescovo di Milano, e di San Felice, Vescovo di Como. Ha svolto funzione di Cattedrale fino al 1163, anno in cui le spoglie di San Bassiano arrivano nella Cattedrale della Lodi nuova. Sul lato nord si apre la cosiddetta “porta dei pellegrini”, che permetteva ai fedeli di trovare un rifugio durante il loro viaggio verso Roma. Qui potevano trascorrere la notte dormendo su alcuni pagliericci sistemati lungo le navatelle della chiesa. L’interno della chiesa è decorata con affreschi a motivi floreali e geometrici. Nell’abside centrale spicca il grande affresco raffigurante Cristo Pantocratore all’interno di una mandorla, circondato dalle figure della Vergine, i Santi e simboli evangelici. La decorazione è opera di un unico e anonimo artista identificato come “Maestro di San Bassiano”. La Basilica di San Bassiano di Lodi Vecchio risulta essere uno dei monumenti più affascinanti di tutto il lodigiano sia per la posizione in cui sorge, in quanto spicca totalmente isolata nel mezzo della campagna, ma anche perché è la testimonianza ancora tangibile della cultura millenaria della città.

Prima di giungere alla Basilica sorge la Cappella dei Santi Vittore, Nabore e Felice che testimonia il luogo del martirio di questi tre soldati che provenivano dalla provincia romana della Mauretania. Durante la decapitazione dei Santi Nabore e Felice, nel 303, alcuni mattoni rimasero intrisi del sangue dei due martiri e vennero inizialmente conservati in una cappella di cui non si ha traccia precisa, poi nella seconda cappella, ancora visibile nell’omonima via in Lodi Vecchio.

Infine l’ex Conventino sito in Piazza S. Maria è un edificio del secolo XVII. E’ strutturato su   due piani suddiviso al piano terra in sei ambienti rettangolari affiancati, collegati da un corridoio passante sul lato posteriore, la zona centrale di accesso è rialzata rispetto agli altri ambiti ed il solaio è a crociera, gli altri spazi hanno solaio piano a doppia orditura. Ristrutturato dal Comune di Lodi Vecchio è diventato sede per mostre.

Attestata per la prima volta nel 1034 come Cozemano, nel Medioevo il territorio fu in parte feudo dell’arcivescovo Ariberto d’Intimiano. Poi, dal 1648, appartenne interamente ai Masserani. Nel 1865 al comune di Cazzimani vennero aggregati i comuni di Ca’ dell’Acqua e Guazzina. Si chiamò Cazzimani (da “Ca’ de Zimani”) fino al 1929, quando assunse il nome di Borgo Littorio.
Dopo la seconda guerra mondiale, nel 1947, il nome fu mutato in Borgo San Giovanni, dal nome del santo patrono parrocchiale. Secondo lo statuto comunale, il territorio comunale comprende, oltre al capoluogo, le frazioni di Ca’ dell’Acqua, Domodossola, Domodossolina e Sacchelle, le cascine Ca’ de Geri, Colombera, Frandellona e Rita, e agglomerati e case sparse.
Secondo l’ISTAT, il territorio comunale i centri abitati di Borgo San Giovanni e Domodossola, e i nuclei abitati di Ca’ de’ Geri e Case Nuove. L’agricoltura e l’allevamento del bestiame (suini e bovini) sono ancora settori economici attivi.

Entrando nell’abitato di Sant’Angelo Lodigiano ci si imbatte nell’imponente Castello Bolognini di Sant’Angelo Lodigiano. Si tratta di un bell’esempio di castello lombardo del XIV secolo realizzato in cotto. Presenta una pianta quadrangolare con delle torre agli angoli ed una torre maestra che raggiunge i 36 metri di altezza. Fu da sempre oggetto di contese tra lodigiani, milanesi e pavesi in quanto punto strategico in quanto si incontrano i due rami del Lambro. Fungeva da dimora estiva dalla Regina della Scala che ricevette in dono il feudo dal marito Bernabò Visconti. Gian Galeazzo Visconti era solito utilizzare il castello per le sue battute di caccia. Verso la metà del XV secolo, Francesco Sforza si impossessò del palazzo e lo donò a Matteo Mazzagatti detto il Bolognino, comandante delle sue truppe. Dal 1452 in poi, il castello appartenne sempre alla sua famiglia. Alla fine del XIX secolo il conte Gian Giacomo Morando Bolognini diede il via ad importanti lavori di restauro che riportarono il castello di Sant’Angelo Lodigiano al suo antico splendore. Nel 1933, la vedova del conte istituì, a nome e ricordo del marito, la Fondazione Morando Bolognini con finalità di ricerca e di divulgazione in ambito agricolo. Il castello venne quindi destinato a museo. Può essere visitato esclusivamente partecipando ad una visita guidata che dura all’incirca 1.30 ore (costo 10 euro, per i  bambini/ ragazzi dai 6 ai 14 anni il biglietto è €  5 euro mentre, al di sotto dei 5 anni, l’ingresso è gratuito)  durante la quale si può ammirare 24 sale ( tra cui Sala del trono, degli antenati, degli specchi, l’armeria, la biblioteca) con mobili, quadri, vasellame ed altri complementi d’arredo dal XVIII al XX secolo. Attraversato il portone di ingresso al castello, si accede al grande cortile interno nel quale si affacciano altri due musei. Il Museo di Storia dell’Agricoltura ospita strumenti agricoli, pannelli informativi, plastici e lettori multimediali che faranno calare il visitatore in un ambiente unico e suggestivo. Un’importante sezione del museo si concentra sulle tecniche dell’agricoltura tradizionale lodigiana. E’ in questo settore che ai può osservare la ricostruzione di alcune antiche botteghe e le stanze di una tipica abitazione contadina. il Museo del Pane è suddiviso in quattro sezioni: i cereali impiegati nel mondo per la produzione del pane, le fasi del ciclo “grano-farina-pane“, un’esposizione di circa 500 vere forme di pane provenienti dalle diverse regioni italiane ma anche dal resto del mondo, strumenti ed attrezzature per la produzione del pane
Il Castello viene utilizzato per eventi pubblici ma può essere anche riservato per eventi privati come i  matrimoni. E’ abitualmente aperto da marzo a novembre (escluso il mese di agosto). Dal lunedì al venerdì si organizzano visite esclusivamente per gruppi (da prenotare) mentre, un paio di domeniche pomeriggio al mese, vengono organizzate visite aperte anche ai singoli (senza necessità di prenotazione).Per maggiori informazioni consulta il sito internet www.castellobolognini.it. Durante la settimana, per i gruppi possono essere effettuate anche delle visite particolari per cui è preferibile contattare la Fondazione per i relativi costi.

Cosa vedere a Sant’Angelo Lodigiano oltre al castello? Le antiche Mura Spagnole e la Torre della Girona, la Basilica di Sant’Antonio Abate e Santa Francesca Cabrini, la Casa Natale di Santa Francesca Cabrini, Patrona mondiale dei migranti (per info: www.santacabrinicasanatale.com), la Chiesetta di San Rocco del XVI secolo.