VAPRIO D'ADDA

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La straordinaria ricchezza di testimonianze storiche e artistiche di Vaprio d’Adda ha dell’incredibile. Luogo prescelto dalla nobiltà fin dai tempi più remoti, lambito dalle acque del fiume Adda e del Naviglio Martesana, meta di illustri artisti che in tutte le epoche vennero attratti dalla bellezza del paesaggio, Vaprio d’Adda è tutta da scoprire.

LE CHIESE

La chiesa di San Colombano è un notevole esempio di architettura e scultura romanica.
L’attuale edificio risale agli inizi del XII secolo, forse eretto su un tempio più antico, che la tradizione vorrebbe fondato dal monaco irlandese san Colombano,nel 612 circa, durante la sua permanenza in terra lombarda. La chiesa appare quasi interamente rivestita da masselli di ceppo dell’Adda, la pietra locale, che le conferiscono un aspetto solido ed austero.

L’entrata è garantita da un portale strombato, con una serie di semicolonne e sculture ;sui lati si trovano altri due ingressi, sormontati da lunette istoriate.L’interno, ad aula unica, è semplice e maestoso ad un tempo. Un grande arco trasversale caratterizza l’equilibrio spaziale della navata: la zona absidale si apre sul presbiterio, coperto a botte, mentre lateralmente troviamo due cappelle quadrangolari con volte a crociera.

In San Colombano, è soprattutto l’apparato decorativo scultoreo a suscitare la nostra ammirazione, anche se è di non semplice interpretazione . Possiamo notare figure umane, corpi di animali che condividono un’unica testa, una sirena a due code; anche un personaggio benedicente , probabilmente lo stesso Colombano.

Le raffigurazioni poste all’interno della chiesa di San Colombano si caratterizzano invece per una raffinatezza e un’eleganza che sembrano rimandare alla scultura romanica d’Oltralpe, borgognona in particolare.L’affresco del santo è uno dei più rappresentativi delle sue reali fattezze , con i capelli rossi e in abito bianco.

Attualmente la Chiesa di San Colombano è oggetto di un intervento di restauro ed è chiusa al pubblico: riaprirà per la primavera del 2019.

Di stile neoclassico, edificata nel 1816-17 su progetto attribuito all’architetto Luigi Cagnola e dedicata a S. Nicolò, la chiesa parrocchiale è situata nel centro abitato di Vaprio in una piazza disegnata appositamente per accoglierla.

La sua facciata, con il grande frontone, ricorda un tempio greco, con sei colonne e capitelli ionici ; l’interno a navata unica, mostra affreschi tardo-ottocenteschi ; :molto importante è anche la presenza del grande Organo Bernasconi a 3600 canne, completamente restaurato.

L’altare maggiore è costruito interamente in marmo, come il Tabernacolo dell’Eucaristia, entrambi decorati solo con lamine di rame indorato; innumerevoli busti e teche di varie dimensioni, posti tra le cappelle e l’altare maggiore, ospitano le reliquie di 32 santi

Risalente al XVII secolo,divenne parte integrante del complesso della Villa appartenente alla famiglia Paleni Falcò. I vari restauri subiti dalla chiesa nel corso del tempo, non ne hanno alterato l’interno, che conserva ancora uno stile barocco e una cripta funeraria della nobile famiglia di origine spagnola. Fino al 1817 è stata sede parrocchiale del paese.

Il complesso denominato “ex Chiesa di San Bernardino” è formato dai resti di due edifici di culto ; oggi rimangono visibili solamente alcuni muri perimetrali . I resti, venuti alla luce nel settembre del 1985, sono stati attribuiti dagli archeologi a tre diversi periodi: all’epoca romana o tardo antica, a quella altomedievale o romanica e al periodo tardomedievale.
Ulteriori scavi hanno portato alla luce nuove strutture, si pensa siano tombe appartenenti all’edificio religioso di S. Bernardino.

All’interno della Casa del Custode è stata allestita una mostra permanente dedicata ai reperti della ex chiesa di San Bernardino e ad altri reperti archeologici a cura del Gruppo Archeologico Est Milanese.

LE VILLE

Vaprio d’Adda divenne, ben presto, luogo di villeggiatura prescelto da famiglie nobili che qui decisero di costruire le loro ville suburbane, affascinate dallo spettacolare panorama del fiume Adda e del naviglio Martesana.
Sorsero numerose ville di delizia che ancora oggi possiamo ammirare lungo la costa come villa Melzi, villa Visconti di Modrone, villa Monti Robecchi, villa Pizzi Guidoboni, villa Pizzagalli Alessandrini (che ha ospitato Anna Magnani), villa Sioli Guidoboni, villa Paleni Falcò, il palazzo Simonetta Archinto, oggi sede del Municipio, e villa Castelbarco.

Unitamente alle numerose corti e alla Casa del Custode delle Acque, le ville arricchiscono il centro storico di testimonianze culturali e artistiche.

Seguendo il corso del naviglio lungo la via Alzaia, un’altra testimonianza del passato cattura il nostro sguardo: l’antico lavatoio. Recentemente restaurato e in uso fino a metà Novecento, era il luogo dove le massaie si riunivano per fare il bucato.

Pur essendo un artista toscano, Leonardo da Vinci visse più di vent’anni in Lombardia, ospite di Ludovico il Moro tra 1482 e 1499 ;in quegli anni Leonardo trascorse diversi periodi a Vaprio d’Adda nella villa del duca palatino Gerolamo Melzi. Qui ebbe modo di conoscere il giovane Francesco che divenne suo allievo e amico fidato. A Vaprio d’Adda Leonardo condusse studi sul moto delle acque e sulla natura, osservando e ritraendo più volte l’Adda e il naviglio Martesana. Uno di questi disegni, oggi conservato alla Royal Library di Windsor, ritrae il traghetto nel porto fluviale tra Canonica e Vaprio (Porto della Canonica di Vaprio, c.1511-13, RL12400). . Leonardo da Vinci lasciò un’ulteriore traccia del suo passaggio in villa Melzi : qui è conservato l’affresco della Vergine con Bambino, probabilmente frutto di una collaborazione tra Leonardo e un suo allievo.

Villa Castelbarco è una splendida villa di delizia in prossimità del Naviglio Martesana, circondata da 75 ettari di parco, dove è ancora possibile scorgere cervi e daini in libertà.

Sembra che fosse un antico monastero : i vari corpi di fabbrica sono disposti attorno al doppio cortile centrale adiacente alla Cappella Gentilizia settecentesca.

La villa andò ad acquisire notorietà e prestigio, tanto che nel 1736 il parco risulta essere riserva di caccia per volere di Maria Teresa d’Austria e luogo di villeggiatura del duca Francesco II, governatore della Lombardia. Nel 1804 una ristrutturazione generale ampliò l’edificio realizzando la limonaia, creò le serre, edificò sulla spianata a lato del terrazzo due palazzine in stile impero adibite a museo e a teatro. Anche il parco di oltre 1200 pertiche venne rinnovato, con la creazione di larghi viali fiancheggiati da statue, laghetti artificiali e tempietti nel gusto romantico dell’epoca.

Senza dubbio ciò che maggiormente affascina e stupisce della villa, sono i suoi splendidi sotterranei, realizzati tra il 1835 e il 1837 :si compongono di cinque sale a tema: la sala romana, la sala del mare, quella rinascimentale o raffaellesca, la sala egizia e la sala etrusca, un oratorio e le grotte ipogee.
Attualmente la proprietà fa capo a una società privata denominata “Centro Arte e Cultura del Barco”.

La storia di questa Casa è legata strettamente a quella del naviglio Martesana, di cui divenne un punto di controllo per favorire la navigazione e il traffico di merci. Le prime notizie storiche sulla Casa si hanno a partire dal 1582, attestandone la costruzione durante il periodo della dominazione spagnola nel Ducato di Milano.

Nel 1690 l’artista olandese Gaspar van Wittel si fermò a Vaprio d’Adda e ritrasse lo splendido panorama che dalla Casa del Custode delle Acque si ha del fiume Adda e del naviglio. Da questo primo disegno l’artista dipingerà, a partire dal 1717, le sette vedute di Vaprio d’Adda. Nel 1744 è Bernardo Bellotto che, sempre affacciandosi dalla Casa, realizzerà quattro vedute panoramiche. Anticamente conosciuta come Casa della Regia Camera di Vaprio, la Casa del Custode delle Acque è oggi sede della Galleria Interattiva “Leonardo in Adda” e ospita numerosi eventi culturali.

ALTRO

Camminando sull’Alzaia in direzione nord, è possibile ammirare,
nei pressi della ruota idraulica di Villa Castelbarco, il “Platano del Salecc”, recentemente inserito nell’Elenco Nazionale degli Alberi Monumentali.
L’albero ha circa 130 anni, un diametro di quasi 5 metri,ed è alto 38 metri.

Fin dal XVIII secolo, Vaprio d’Adda divenne un notevole polo industriale sul cui territorio si stabilirono diversi opifici e fabbriche, come il cotonificio Visconti di Modrone Velvis – in funzione ancora oggi e dal caratteristico aspetto medievale – e la cartiera Sottrici- Binda. Entrambi situati nei pressi dei corsi d’acqua, sono oggi due magnifici esempi di archeologia industriale.

Nel 1897 Luigi Pirovano giunse a Vaprio d’Adda come giardiniere della nobile famiglia Falcò: il figlio Alberto iniziò a fare esperimenti sulle viti agli inizi del Novecento, e riuscì a creare la celebre uva Delizia di Vaprio e la diffusissima uva Italia.

Oggi il vitigno dell’uva Delizia è stato ripristinato presso il parco di via don Moletta e al famoso studioso è inoltre dedicata la Biblioteca Comunale. L’uva Delizia di Vaprio è stata recentemente inserita nell’Arca del Gusto, iniziativa patrocinata dalla Fondazione Slow Food per la Biodiversità Onlus.

INFORMAZIONI

Per maggiori info
Dove dormire e mangiare, negozi http://www.comune.vapriodadda.mi.it/index.php/mangiare-e-dormire
Info Comune : http://www.comune.vapriodadda.mi.it/

Punto Informativo Turistico La Proloco Vaprio
presso la Casa Del Custode delle Acque,Via Alzaia Sud, 3 Vaprio
Orari di apertura:
sabato 10.00-12.00
domenica : sempre aperta in occasione di eventi ;
tutti i pomeriggi da inizio giugno a fine settembre 2018
http://www.prolocovaprio.it/
Prenotazioni e visite guidate: informatori.turistici@prolocovaprio.it